Racconto fantascientifico ispirato da
"La notte della Luna viola"
di Scott Cramer
A scuola da qualche giorno si sentiva parlare solo di un evento astronomico che avrebbe coinvolto il pianeta Terra. "Il professore disse: - Quando s'interferisce con l'ordine naturale delle cose non si sa mai cosa possa accadere. Oggi entreremo nella coda della cometa e, siccome l'inquinamento ha danneggiato l'atmosfera, domani noi tutti respireremo la Polvere Cosmica. - E se contenesse qualcosa di vivo?- chiese Abby. - Non ci saranno problemi - assicurò il professore. - Guardate la Cometa!-
Abby si svegliò quella mattina tutta eccitata: era il grande giorno, finalmente la terra sarebbe entrata nella scia della cometa. Subito si vestì, prese il suo zaino, la bicicletta e pedalando velocissima si avviò verso l’osservatorio astronomico del professore. Abby pensava infatti che quello fosse il posto più adatto per osservare i fenomeni astronomici: si trovava nel punto più alto della città ed era attrezzato con le migliori tecnologie.
A metà strada vide il cielo scurirsi perchè si stavano addensando dei nuvoloni carichi di pioggia e pensò tra sé che non aveva portato l’ombrello; al cadere delle prime gocce si accorse che non si trattava di acqua, ma di scintille luminose. La ragazza sorpresa, decise di vedere bene queste scintille che cadevano dal cielo e tirò fuori dal suo zaino una provetta per prendere un campione di scintilla che aveva addosso.
Immediatamente Abby fece vedere la provetta al professore che gli propose di esaminare il campione al microscopio. I due si guardarono sconvolti: non si trattava di una luce, ma di un minuscolo essere vivente che emanava luce. Tutto ciò avrà a che fare con la cometa? La prima cosa che saltava alla loro attenzione furono gli occhi: erano enormi e luminosi; subito sotto c’erano tre fori disposti a forma di triangolo; lateralmente facevano capolino due enormi sporgenze a forma di molle, da cui usciva una sostanza fluorescente che permetteva questa luce. Il corpo era perlopiù occupato da due chele che facevano impressione, il resto era tutto di forma irregolare.
Mentre esaminavano l’essere si sentì un piccolo suono simile ad un tintinnio.Potrebbe essere una forma di comunicazione professore? - disse Abby - Vediamolo, useremo il mio T.A.- rispose il professore. Abby perplessa chiese: - Di cosa si tratta? - Di un congegno capace di rilevare e tradurre tutte le lingue dell’universo.
Il professore tirò fuori da un cassetto un piccolo congegno simile ad un telecomando. Lo accese e cominciò a registrare il suono emesso dal piccolo essere. Inserì il file nel computer, accese le casse ed ascoltarono le seguenti parole:- Io sono Ragtus e non posso ritornare al mio pianeta perché qua c'è poco ossigeno.
Immediatamente Abby e il professore intervennero per eliminare
l'inquinamento, quindi chiesero a tutta la città di smetterla di buttare cartacce da tutte le parti, purtroppo la metà della città non ascoltò. Poi Abby e il professore iniziarono ad avere paura perché l'alieno aveva detto che, se l'ossigeno non ci fosse più stato, loro non potevano più tornare nel loro pianeta e si sarebbero potuti unire e diventare un unico alieno gigante e così fu.
Nel tardo pomeriggio le persone della città iniziarono a vedere una figura grande e grossa, con chele da far paura e una forte luce che abbagliava la città. Il mostro iniziò a fare versi acuti spaventando le persone. L’unica a non essere impaurita era Abby, che era stata avvertita da Ragtus che si sarebbero uniti a causa dell’inquinamento globale. Abby allora andò dal professore e gli disse che i piccoli esserini si erano uniti in un unico grande alieno.
Bisognava pensare presto ad un piano. Il professore pensò che avvertendo i cittadini tramite i telgiornali forse avrebbero smesso di produrre inquinamento. Si recò presso tutte le redazioni, ma tutto ciò fu inutile. Le persone non prestavano attenzione agli avvisi e non facevano quello che chiedeva lo scienziato.
Allora lei e il suo professore iniziarono a lavorare a un progetto interspaziale
che si basa sul far crescere degli alberi e per questo produrre più ossigeno e in questo modo dimezzare il lavoro degli alieni.
Questo meccanismo si chiama: S.I.O2 = Spruzzino Interspaziale Ossigen 2.
Il professore disse che era impossibile spruzzare tutta la città, allora Ragtus
iniziò a fissare lo spruzzino con i suoi grandi occhi fluorescenti.
Sotto lo sguardo stupito di Abby, lo spruzzino aumentava sempre di più fino a
raggiungere la cupola dell'osservatorio e a dilaniarla.
Fu allora che l’alieno gigante, dalle grandi chele, afferrò lo spruzzino e lo attivò spargendo il suo contenuto per tutta la città, lo Stato, i continenti e il mondo intero.
Quando il contenuto dello spruzzino veniva in contatto con un vegetale,
aumentava in maniera esponenziale la sua capacità di effettuare la fotosintesi
clorofilliana. Non solo, i rifiuti venivano assorbiti dal terreno circostante per nutrire le piante e scomparivano dalla faccia della terra! Ora, al posto del grigio del cemento, c’era un tappeto di erba verde punteggiato da fiori colorati e profumati. Gli edifici erano circondati o addirittura ricoperti da ogni specie di piante tanto da sembrare una foresta pluviale. Immediatamente si sentì che l’aria era pulita, respirabile, ricca dell’aroma dei fiori che erano sbocciati.
Abby si rese conto che l’alieno gigante si stava rimpicciolendo e sgretolando in mille scintille cosmiche. Come uno sciame di api, le piccole luci lasciarono la terra e si riunirono alla coda della cometa fino a riformare la polvere cosmica. Abby pensò che il passaggio della cometa aveva modificato il volto della Terra trasformandola in un paradiso terrestre, ma aveva anche insegnato agli uomini che la natura deve essere rispettata.